Chi fa sport fuma meno

Pubblicato il 17 giugno 2014 | Categoria: Fitness e salute, Sport e salute

I giovanissimi atleti, che praticano sport in modo regolare almeno due volte alla settimana, sotto la guida di un allenatore, corrono meno rischi di prendere il vizio del fumo.

Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori di Dartmouth, secondo i quali i giovani preadolescenti di età compresa tra 10 e 14 anni che partecipano ad un qualsiasi sport di squadra che preveda allenamenti un paio di volte alla settimana o più, hanno meno interesse nel provare a fumare e lo stesso disinteresse è provato anche nei confronti dell’alcool.

Queste scoperte, sul rapporto tra attività extrascolastiche e comportamenti a rischio per la salute, sono riportati nello studio “I ruoli relativi delle tipologie di attività extrascolastiche sul fumo e sul bere”, che è stato recentemente pubblicato in Academic Pediatrics.

Genitori e tutors possono pensare che le relazioni tra ragazzi non hanno bisogno della supervisione di un adulto quando non sono a scuola, tuttavia la ricerca suggerisce che la guida di un adulto nelle attività extrascolastiche svolte in gruppo, possa aiutare a prevenire il vizio del fumo e l’alcool.

Come è stata effettuata la ricerca

I ricercatori hanno condotto un sondaggio telefonico tra 6.522 studenti americani che avevano tra i 10 ed i 14 anni nel 2003, per determinare l’influenza della pratica sportiva con la presenza di un allenatore associata al rischio di fumare e di bere alcool, rispetto ad altre attività in cui non è prevista la presenza di un “coach”.

I ricercatori hanno sviluppato un nuovo tipo di approccio per esaminare la relazione tra attività extrascolastiche ed abitudini al bere ed al fumare in età adolescenziale.

Oltre agli sport, con e senza allenatore, sono stati previsti questionari per determinare la partecipazione altre attività tipicamente giovanili, come ascoltare musica, partecipare ad attività sociali in club ed associazioni, impegnarsi in attività di doposcuola, e così via. Poco più della metà degli studenti ha dichiarato di allenarsi con la presenza di un trainer (55,5%) e senza un allenatore (55,4%) almeno un paio di volte alla settimana.

Pochisssima la partecipazione ad attività scolastiche di doposcuola, mentre la maggior parte ha riferito di essere coinvolta regolarmente in altri tipi di attività di gruppo come quelle musicali, religiose o associative in genere.

Sono state prese in considerazione soltanto le attività svolte regolarmente almeno un paio di volte la settimana.
Lo studio ha dimostrato che i partecipanti ad attività extrascolastiche corrono, in generale, meno rischi di essere coinvolti in attività a rischio per la salute come fumare o bere alcool rispetto a chi non pratica alcun tipo di attività di gruppo e che, in particolare, le percentuali erano significativamente più basse, relativamente al vizio del fumo, tra coloro che avevano dichiarato di praticare sport di gruppo sotto la guida di un trainer.

Sono già state presentate diverse ricerche sulle relazioni tra attività giovanili e comportamenti dannosi per la salute come l’alcolismo o l’assunzione di marijuana, ma tutte riguardavano giovani di età considerate più “a rischio”, cioè tra i 15 ed i 18 anni”, hanno detto gli autori, ma “a differenza di questi studi, abbiamo esaminato un gruppo di età minore e ci siamo concentrati sul rapporto tra attività extrascolastiche e comportamenti a rischio per la salute“, ha detto il dr. Adachi-Mejia.

Piuttosto che chiedere sulla partecipazione sportiva nel contesto della sola attività, abbiamo preferito chiedere notizie sulla partecipazione sportiva con un allenatore e la partecipazione in altri sport senza allenatore dal momento che nessuno degli altri studi ha mai preso in considerazione queste associazioni”, hanno poi concluso.

I vantaggi dello sport

Tutti sappiamo che la partecipazione a sport di squadra offre molti vantaggi per la salute, tra cui la prevenzione dell’obesità giovanile, un problema particolarmente sentito negli U.S.A che, purtroppo, è sempre più attuale anche qui da noi.

A questo proposito è bene ricordare che lo sport, pur essendo molto efficace, è solo un modo per combattere il problema e che molto si deve fare intervenedo sui comportamenti sbagliati e sulla dieta.

Come ricorda il dietista Davide Bianchini “(…) sottovalutare il problema può essere molto pericoloso perchè l’obesità infantile aumenta il rischio di importanti patologie croniche come il diabete tipo 2, le malattie ischemiche del cuore, l’ictus, l’ipertensione arteriosa, le osteoartriti e alcuni tipi di cancro (corpo dell’utero, colon e mammella), giusto per citarne alcune. Purtroppo un bambino obeso, se non si interviene, ha un’alta probabilità di rimanere obeso nell’età adulta. 
(….)
Pertanto il mio approccio generalmente in questi casi è quello di informare genitori e nonni su come va nutrito il bambino e sul perché alcuni comportamenti alimentari sono errati. Il mio consiglio è anche di non stressare i piccoli con il concetto di dieta, perchè quella che gli si propone non è una vera dieta dimagrante, ma in realtà una sana alimentazione, quella che avrebbero già dovuto seguire da sempre. 

(…) 
Di conseguenza, non è negli alimenti che il bambino ritroverà la giusta forma ma nei comportamenti”.

Tornando allo studio, sono sicuramente necessarie ulteriori ricerche per capire meglio le ragioni che stanno alla base di queste differenze ma il dr. Adachi-Mejia osserva che la ricerca offre un ulteriore motivo per pensare a quali tipi di offerte sportive debbano essere disponibili per i giovanissimi.

Purtroppo”, concludono i ricercatori, “nel passaggio dall’infanzia agli anni dell’adolescenza, le squadre sportive passano da una filosofia di inclusione ad una esasperata ricerca della prestazione e questo cambiamentofinisce per escludere chi non è dotato di grandi abilità o mostra minore capacità nel far fronte alle pressioni associate alla ricerca della competitività.
Le comunità e le scuole, pertanto, devono essere portate ad esplorare la possibilità di offrire attività di squadra meno competitive e con un allenatore a prezzi e condizioni accessibili a tutti“.