L’importanza di correre con le scarpe giuste

Pubblicato il 9 luglio 2014 | Categoria: Fitness e salute, Il fitness al femminile

El purtava i scarp del tennis“. Una volta.
Erano simbolo dei “barbun” milanesi cantati nei favolosi sixties dall’indimenticabile medico e artista Enzo Jannacci, ma erano anche, praticamente, l’unico tipo di calzatura utilizzato da chi praticava molti sport legati alla corsa, oltre che, per l’appunto, il tennis.

Altri tempi. Dagli anni 80′-90′ l’esplosione delle scarpe sportive come griffe per tutti e per tutte ha cambiato talmente tanto le nostre abitudini che oggi siamo abituati ad indossare scarpe diverse per ogni tipo di attività, tanto che a volte sembrano più adatte ad astronauti che a studenti a scuola.

Sempre più tecnologiche, sempre più anatomiche, sempre più costose e tutte con una caratteristica, quella di essere sempre più alte da terra con suole fatte di vari strati e di diversi matieriali. Ultimamente però è esploso un nuovo fenomeno, di segno opposto, la moda “barefoot.

Si tratta di scarpe, definite dai produttori minimaliste, che vanno in direzione opposta. Sono sottilissime, si indossano come un guanto – con tanto di 5 dita dei piedi da infilare negli appositi spazi e, in barba al loro aspetto decisamente insolito e, diciamolo, abbastanza ridicolo, sono diventate un fenomeno tale da interessare l’American Council on Exercise, l’ente di certificazione indipendente e no profit più accreditato degli USA per il fitness e l’istruzione.

L’idea su cui si basano le scarpe barefoot è quella del ritorno alle origini, della corsa a piedi nudi che sarebbe molto più salutare ed in grado di migliorare le prestazioni e ridurre gli infortuni a piedi e polpacci rispetto alle blasonate ed ipertecnologiche scarpe “pompate” al silicone. E, visto che il mondo moderno non consente di correre a piedi nudi, indossare questa specie di “guanti per piedi” è il sistema che più gli si avvicina ed offre le stesse sensazioni.

Secndo i produttori oltre al piacere ed al benessere della corsa a piedi nudi, queste scarpe ridurrebbero il rischio di lesioni rispetto alla corsa con scarpe tradizionali. Questo perché le scarpe da corsa costringono i corridori ad usare sopratutto i talloni, il che porta ad un tipo di sforzo più “martellante” per il calcagno e causa di maggiore stress.

Lesioni al piede, al tallone, agli arti inferiori e anche la dolorosissima e, quindi, temutissima pubalgia, infiammazione che interessa laregione pubica e che è nota anche per i suoi tempi di guarigione spesso incerti e sempre decisamente lunghi. A questo proposito il dr. Giorgio Rotundo ricorda che “ … È una patologia che facilmente tende a cronicizzarsi e spesso ciò non è compatibile con una rapida ripresa delle attività sportive (patologia che interessa soprattutto giovani atleti). La terapia inizialmente è esclusivamente conservativa (riposo funzionale, ghiaccio, FKT strumentale come laser o tecar o ultrasuoni e farmaci antinfiammatori) facendo nel contempo attenzione a correggere il gesto atletico e/o la postura. Se resistente alle terapie, e come ultima chance, esistono anche delle tecniche chirurgiche di cruentazione e reinserzione tendinea”.

L’ACE ha quindi commissionato una ricerca scientifica per verificare se i “miracolosi” benefici promessi dai produttori sono reali oppure gli utilizzatori debbono essere messi in guardia.

La ricerca, effettuata dalla University of Wisconsin e coordinata dai dottori John Porcari e Caitlin McCarthy, è stata presentata alla fine dello scorso mese di settembre e pubblicata sul sito dell’ACE.

Il dr Cedric X. Bryant, Chief Science Officer di ACE , in occasione della presentazione ha dichiarato:
Abbiamo visto un numero crescente di individui che utilizzano scarpe da corsa in stile barefoot e ritenuto fondamentale esaminare questa tendenza. La linea di fondo è che i corridori devono prima di tutto modificare il loro stile di corsa per la loro sicurezza e per ottenere benefici.
Questo dovrebbe essere fatto gradualmente attraverso la pratica regolare. Una volta raggiunto un buon livello di pratica, queste scarpe si dimostrano efficaci per chi vuole sperimentare la sensazione della corsa a piedi nudi“.

Correre a piedi nudi

Secondo i produttori, correre a piedi nudi incoraggia a mantenere il piede a terra, con conseguente minor rischio di lesioni. Con la corsa a piedi nudi si alza meno la gamba e si tiene il piede più vicino a terra utilizzando maggiormente la parte anteriore del piede e con un minor effetto usurante sulla pianta e su muscolatura e legamenti della parte inferiore della gamba.

ACE ha chiesto ai ricercatori di esaminare ciò che accade realmente quando i corridori passano da scarpe da corsa tradizionali alle scarpe minimaliste come le barefoot (sono state usate il modello più diffuso, le Vibram FiveFingers). Per lo studio, i ricercatori hanno reclutato 16 persone sane, senza lesioni preesistenti, tutte “jogging ricreative”, di età compresa tra 19 e 25 anni.

Prima della valutazione ogni partecipantee è stato dotato di una coppia di Vibram FiveFingers Bikila. Per due settimane prima del test, per abituarsi alle scarpe nuove, i volontari le indossavano quando uscivano di corsa, per 20 minuti alla volta, tre volte alla settimana.

Dopo questa due settimane di allenamento, i ricercatori hanno effettuato valutazioni di laboratorio sullo stile di corsa dei volontari che sono stati invitati a girare su una su una pista in tre diverse condizioni:

  • con le Vibrams;
  • con un paio di scarpe da corsa tradizionali;
  • a piedi nudi.

I ricercatori hanno poi analizzato in 3-D i diversi movimenti dei volontari e hanno misurato le forze di reazione dopo che i corridori hanno completato sette prove per ciascuna delle tre condizioni. L’ordine delle prove per i Vibrams e le scarpe da corsa è stata casuale, mentre la corsa a piedi nudi è stata misurata per ultima.

I risultati hanno mostrato che:

Tutti corrono appoggiando maggiormente sul tallone utilizzando le scarpe tradizionali. La metà passa in modo spontaneo all’utilizzo dell’ avampiede utilizzando le Vibrams o correndo a piedi nudi. L’altra metà ha mantenuto lo stile precedente, utilizzando sopratutto il tallone in tutte le condizioni.

Coloro che sono passati all’utilizzo dell’avampiede, hanno mostrato una maggiore “flessione plantare” (puntando il piede fuori dalla gamba, come quando si pigia sul pedale dell’accelleratore), che sembra consentire un migliore assorbimento dell’ impatto del piede con il suolo.
Coloro che hanno continuato a premere maggiormente con il tallone durante l’esecuzione con le barefoot o a piedi nudi hanno mostrato carichi più alti rispetto a quando correvano indossando scarpe tradizionali.

Quando correvano con le Vibrams o piedi nudi, tutti i corridori hanno mostrato una ridotta flessione del ginocchio, che di solito è una condizione legata ad un basso tasso di infortuni.

Quando i corridori indossavano le barefoot hanno mostrato maggiore pronazione, simile a quella che si ottiene indossando scarpe normali, cosa che potrebbe aumentare i rischi di lesioni agli arti inferiori .

Le conclusioni dello studio, presentate dal dr. Porcari sono quindi state le seguenti: “Solo perché si mettono le Vibrams ai piedi non significa aver adottato automaticamente il giusto stile di falcata“.

Pete McCall, un fisiologo ACE che ha utilizzato personalmentele barefoot per diversi anni, ha aggiunto:

Se si desidera indossare le scarpe tipo barefoot, si dovrebbe essere pronti a cambiare il proprio modo di correre e la propria andatura abituale“.
In altre parole è necessario un tempo di adattamento alle scarpe, dopodichè correre utilizzando le scarpe barefoot potrebbe portare qualche vantaggio.
Ma solo, ha aggiunto, “se si ottengono istruzioni esplicite sul modo corretto di utilizzarle e si pratica per un tempo adeguato imparando ad utilizzare in modo congruo avampiede e tallone. Il solo passaggio alle scarpe barefoot non garantisce alcun beneficio ed alcuna riduzione dei rischi di lesioni”.