Gli effetti dell’ansia su un giocatore di calcio

Pubblicato il 8 agosto 2014 | Categoria: Featured, La psicologia sportiva, Sport e psicologia

Alcune delle lesioni più comuni nei calciatori professionisti sono distorsioni articolari violente e stiramenti muscolari alle gambe. A differenza di quanto comunemente si può pensare, non sempre queste lesioni sono frutto di contrasti violenti o sforzi fisici prolungati, a volte possono essere causate da ansia e stanchezza accumulata dopo aver sostenuto molte partite in poche settimane.

Disturbi da stati ansiosi

L’ansia è uno stato da considerarsi patologica perchè provoca cambiamenti nel sistema metabolico in particolare legati alla sovrapproduzione di adrenalina, un ormone neurotrasmettitore prodotto nella parte midollare delle ghiandole surrenali che, una volta rilasciato in circolo per stimolazione del sistema nervoso, ha un effetto vasocostrittore, broncodilatatore ed aumenta la gittata cardiaca, indirizzando la maggior gittata verso i muscoli.

Questo effetto è un sistema di difesa dell’organismo che ci permette di affrontare e reagire a situazioni critiche.

Uno stato d’ansia prolungato può essere causa di molti disturbi, dall’insorgere o aggravarsi di malattie psicosomatiche a dolori muscolari, a malesseri e disturbi del ciclo veglia-sonno.

Non deve essere sottovalutata, e a tal proposito la psicoterapeuta dr. Rosa Linda Ricci consiglia di “… eseguire tutti gli esami medici del caso, per escludere qualsiasi patologia organica. Fatto ciò, se la situazione non cambia, è molto probabile che i sintomi siano manifestazioni di un disturbo d’ansia. Se persistono Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno specialista che aiuterà a trovare una soluzione”.

Per verificare come mai queste lesioni siano le più comuni è stato effettuato uno studio in Gran Bretagna, dove 91 squadre di calcio professionistiche sono state valutate durante un torneo registrandoi 6.030 lesioni, di cui il 23% erano agli arti inferiori ed il 17, in particolare, a ginocchia o caviglie.
I riercatori messicani sostengono che gli incidenti sono dovuti ai cambiamenti che il corpo subisce durante l’attività agonistica.

Il dr. Alonso Fernández Guasti, del Centro messicano Ricerche e Studi Avanzati, ha trovato che il livello di ansia e stress nei giocatori aumenta durante il corso del gioco.

Il dr. Pedro Cosculluela, specialista in medicina dello sport presso il Methodist Hospital di Houston, ha riferito che quando un giocatore raggiunge un alto livello di stanchezza indebolisce il corpo e porta a diminuire il tempo di reazione per i livelli uditivi, visivi e di mobilità; atleti in queste situazioni sono più facilmente soggetti ad infortuni, anche in assenza di scontri o contrasti violenti.

Alcune di queste lesioni sono distorsioni della caviglia che si verificano quando il muscolo non ha la forza necessaria per contrastare una forza contraria derivante da un’azione come, ad esempio, un tiro in porta dove il corpo viene necessariamente disequlibrato e finisce per pesare maggiormente su una singola parte anzichè sull’insieme dell’apparato muscolo scheletrico.

I ricercatori spiegano che i giocatori hanno spesso un comportamento diverso dal normale, ad esempio tendono a non accorgersi della stanchezza a causa della crescente ansia agonistica accumulata durante il gioco con la conseguente sovraproduzione di adrenalina, ma è proprio questa condizioneche può facilitare l’insorgere di lesioni.

Durante questo processo, il cervello rilascia grandi dosi di neurotrasmettitori, come adrenalina e noradrenalina, il cui livello aumenta le performances del giocatore, ma ha come conseguenza quella di rendere l’intero apparato artro muscolare più debole perchè sottoposto a sforzi eccessivi che, normalmente, non sarebbe in grado di sopportare.

Spesso, questo stato, viene chiamato “trance agonistico” una condizione che si ritrova solo negli avvenimenti più importanti ed avvincenti.
I ricercatori ricordano che quando si pratica attività fisica a livelli intensi, vi è una perdita di minerali e sostanze chimiche nel sangue che causano crampi muscolari, il cui scopo è quello di avvertire il corpo dei rischi che si corrono se si mantiene quel tipo di prestazione.
Le condizioni di stress fisico possono peggiorare anche per fattori esterni, cme la temperatura ambientale, la qualità del terreno di gioco o la quantità di partite effettuate nell’arco di pochi giorni, cosa che rallenta il normale percorso di recupero del corpo.

Per minimizzareil rischio di lesioni dovute agli effetti dell’ansia e dello stress, suggeriscono i ricercatori, bisognerebbe ripristinare il livello di sali e minerali al primo accenno di crampi.