Il trekking: l’arte del lungo viaggio

Pubblicato il 23 settembre 2015 | Categoria: Featured, Fitness e salute, Sport e salute

Il trekking, l’arte del lungo viaggio, è oggi, una vera e propria disciplina sportiva, diffusa ovunque e con molte migliaia di praticanti.

Il nome, un sostantivo inglese, deriva dal Boero trekken o trek. Nell’accezione originale indica un viaggio, lungo e disagevole, con mezzi di fortuna, su percorsi difficili e impervi.

La storia del trekking

Il primo trek famoso fu il “Groot Trek”, la storica e lunga migrazione dei coloni olandesi del Sud Africa, i Boeri, compiuta su scomodi carri lungo sentieri impervi. Qualcosa di simile, ma più drammatico, della conquista del West da parte dei coloni, a bordo dei loro carri Conestoga, visti in migliaia di film western.

Il secondo, molto meno drammatico, è il lungo viaggio dell’astronave Enterprise, lo “Star Trek” della serie televisiva di fantascienza più longeva della TV.
Verso la fine del diciannovesimo secolo, fare un trek o trekking, indicava la tendenza di viaggiatori di professione ad affrontare viaggi avventurosi, scomodi e spesso pericolosi, alla ricerca di posti sconosciuti e ambienti non ancora toccati dalla civilizzazione.

Solo dalla seconda metà del ‘900, il trekking diventa un’attività per il tempo libero, con risvolti sportivi, grazie alla quale si compiono escursioni, lunghe o brevi, su percorsi di montagna o, comunque, impegnativi. È una tendenza che si è sviluppata parallelamente alla crescita della coscienza ecologica.

Il trekker è un appassionato della natura che ama scoprire paesaggi naturali incontaminati e che è mosso da un grande rispetto per l’ambiente. “Leave no trace”, non lasciare alcuna traccia, residuo o materiali che possano danneggiare l’ambiente è la parola d’ordine e l’impegno di ogni trekker.

Il trekking oggi

Il trekking si è diffuso moltissimo negli ultimi decenni e oggi, anche grazie alle tecnologie, è diventato molto più semplice da praticare, quindi alla portata di molte più persone, diventando quasi un fenomeno di massa.

Un buon GPS traccia la giusta rotta anche a chi non sa usare una bussola o orientarsi con le stelle e l’equipaggiamento moderno permette anche ai meno esperti di viaggiare in sicurezza e di poter affrontare situazioni metereologiche impreviste e avverse.

L’equipaggiamento è proprio la prima attenzione di ogni trekker. Dotarsi degli strumenti adatti, dalle carte geografiche al navigatore satellitare, dal kit di pronto soccorso all’immancabile coltellino svizzero, scorte d’acqua, integratori energetici, è fondamentale per godersi un trek in sicurezza e al riparo da ogni imprevisto. Il tutto scegliendo sempre e soltanto l’indispensabile, perché viaggiare leggeri, è una regola di fondamentale importanza.

Con lo stesso principio, un esperto trekker pone grande attenzione al proprio abbigliamento.
L’abbigliamento deve, in primo luogo, essere adeguato alla stagione e, in secondo, all’ambiente che si intende esplorare. Scegliendo percorsi di montagna, ad esempio, non bisogna dimenticare che può essere necessario difendersi dal freddo anche durante le stagioni calde. Quindi meglio vestirsi “a cipolla” e non dimenticare mai un giubbetto impermeabile leggero e pratico da indossare.

La scelta più impegnativa, soprattutto per chi si sta avvicinando per la prima volta al trekking, è quella delle scarpe. Non fate da soli e cercate di farvi consigliare da qualcuno esperto. Non esiste, infatti, la calzatura ideale per fare trekking. Il successo dell’escursione dipende molto dalle scarpe giuste e le giuste scarpe dipendono dal tipo di percorso.

In linea di massima la scelta va fatta, in base al percorso, tra queste tipologie:

  • scarpe da trekking basse: leggere e agili, non offrono protezione delle caviglie e sono da utilizzare solo per brevi trek su percorsi pianeggianti e non impegnativi;
  • scarpe da trekking medie: avvolgono bene la caviglia e sono consigliate per trekking leggero su percorsi più lunghi;
  • scarpe da trekking alte: sono quelle ideali per percorsi impegnativi, in montagna o su sentieri sterrati. Attenzione però, perché queste calzature sono pesanti (possono essere utilizzate anche per vere arrampicate).

Quale che sia il modello, sceglietelo sempre comodo. La scarpa ideale deve essere abbastanza lunga da permettere i movimenti delle dita dei piedi e larga quanto basta per avvolgere piede e caviglia senza comprimerli ma anche senza permettere movimenti. Non dimenticate un buon paio di calzini di lana e senza cuciture se volete evitare fastidiose vesciche.

La preparazione fisica

Un buon trekker si allena in modo specifico e continuativo. Se siete novizi o appassionati “della domenica” siate pazienti e non lanciatevi in escursioni impegnative, anche se brevi. Può non sembrare, ma otto ore di percorso, zaino in spalla, possono rappresentare uno sforzo insostenibile per chi non è preparato.

Anche in questo caso agite con prudenza e, se la passione vi prende, iscrivetevi ad uno dei tanti gruppi organizzati e iniziate un allenamento, sia aerobico che anaerobico, regolare.