“Grazie alla bicicletta ho trovato il coraggio di dichiarare la mia omosessualità”

Pubblicato il 26 aprile 2016 | Categoria: Featured, Sport e pische, Sport e psicologia

Questa è la storia di Carrie Highley, che ha trovato il coraggio di manifestare la propria omosessualità grazie alla passione per il ciclismo.

Pensavo di non farcela…

“Ho iniziato ad andare in bicicletta per sfuggire alla grande verità che sentivo dentro di me fin dai 13 anni: ero gay. Pedalando, riuscivo a far tacere la mia battaglia interiore, mi sentivo libera, e capivo che la vita e l’amore dovrebbero essere così: felici e libere.

Da grande, ho cercato quella sensazione nella vita e nelle persone che incontravo perché, fin dall’inizio dell’età adulta, il mondo mi aveva detto che dovevo amare in un certo modo, e io avevo amato un uomo, ma sentivo che stavo ignorando una grande verità. Per distrarmi dai miei pensieri, chiedevo aiuto alla mia bicicletta e stavo meglio.

Quando pedalavo, permettevo alla mia mente di concentrarsi solo sul cambiare le marce e sull’ascoltare il vento; riuscivo a vivere “hic et nunc”, senza pensare a nulla.

Ho pedalato lungo grandi montagne e colline, pensando soltanto all’affrontare la salita, per poi godermi la discesa. Il mio cuore si nascondeva durante quelle fughe che duravano, all’inizio un’ora, poi sempre di più, fino a percorrere centinaia di miglia. Nel ritorno a casa, rilasciavo, durante la corsa, tutta la mia rabbia repressa, ma ciò non è bastato a reprimere la mia natura.

Mi sono innamorata di una donna e ho iniziato una relazione con lei, ma poi ho richiuso la porta. Ero frustrata perché volevo essere libera di amare chiunque e, ci sono volute molte miglia per capire che stavo permettendo al mondo di complicarmi la vita, che stavo lasciando che la paura offuscasse la verità. Montagna dopo montagna, tornante dopo tornante, attraverso l’amore segreto, il divorzio, i miei pensieri continuavano a dirmi di pedalare più veloce delle turbolenze che avevo dentro di me.”

…ma poi ho deciso di togliere il velo!

“Ero divorziata, avevo 41 anni, quando ho finalmente deciso di togliere il velo. Ho scelto di iniziare rivelando tutto a un amico, e lui è diventato la mia principale motivazione, che mi spingeva a vivere la vita alle mie condizioni.

Poi, grazie alla bicicletta, ho trovato il coraggio di raccontare ai miei cari di accettare la nuova Carrie. Ho intenzionalmente scelto di affrontare salite sempre più dure per allontanare il dolore e concentrarmi soltanto sui pedali. Quando, poi, scendevo, mi rendevo conto di come avrei voluto che fosse la mia vita: volevo amare una donna!

E’ stata una lunga strada, durata quasi 10 anni e piena di dossi e tornanti, fin quando ho deciso di aprire la porta della mia solitudine.

Ho capito che l’essere gay non mi rendeva una persona cattiva, anzi, avevo sbagliato nel mentire a me stessa e a chi mi circondava. Così, ho colto la sfida e ho fatto ciò che andava fatto: ho affrontato la verità!

Inizialmente, è stato difficile, ma poi l’amore mi ha liberata, donandomi di nuovo la sensazione di felicità e libera che avevo a bordo della mia bicicletta.”

Ci auguriamo che la storia di Carrie sia un esempio per tutte quelle persone che si sentono diverse solo perché omosessuali.

Carrie ha “pedalato” attraverso tanti conflitti interiori, ma alla fine ce l’ha fatta!