Il calcio e i colpi alla testa: rischio di danni cerebrali?

Pubblicato il 9 marzo 2017 | Categoria: Featured, Fitness e salute, Sport e salute

calcio: attenzione ai colpi alla testa, probabile causa di demenza

Secondo una ricerca inglese, troppi colpi alla testa dati dai calciatori durante la loro carriera potrebbero danneggiare il cervello provocando, a lungo andare, uno stato di demenza. La ricerca è ancora in fase sperimentale, ma secondo gli esperti, questo problema riguarderebbe soltanto coloro che giocano a livello professionistico, non amatoriale e la Football Association ha dichiarato che farà dei controlli più approfonditi.

Jeff Astle, attaccante del West Brom e della nazionale inglese, è morto a 59 anni a causa dell’insorgenza di una demenza precoce e l’inchiesta sulla sua morte, nel 2002, ha stabilito che i traumi al cervello fossero stati peggiorati dai colpi alla testa.

La figlia Alba non ha dubbi riguardo la responsabilità della professione del padre nella sua morte e ha accusato il mondo del calcio di aver nascosto la vicenda per evitare di creare allarmismo. Quando a suo padre è stata diagnosticata la demenza precoce, non aveva altri problemi fisici e il medico gli ha detto che il calcio gli avrebbe tolto tutto ciò che gli aveva dato.

Colpi alla testa e demenza: qual è il legame?

I ricercatori della University College di Londra e della Cardiff University hanno effettuato studi sul cervello di cinque ex calciatori professionisti che hanno contratto tutti la demenza a 60 anni e in quattro di essi, dopo la morte, l’autopsia ha rilevato una encefalopatia traumatica cronica, causa di depressione, demenza e apparsa in altri sportivi.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Acta Neuropathologica e il professor Huw Morris, della University College di Londra, ha dichiarato che dall’esame dei loro cervelli, sono emersi i cambiamenti tipici delle lesioni cerebrali ripetute come, ad esempio, quelle a cui sono soggetti i pugili. Sono stati riscontrati, inoltre, aspetti legati al morbo di Alzheimer e, secondo il dott. David Reynolds, che si occupa della ricerca su tale patologia, questa condizione è causata dalla combinazione di età, stile di vita e fattori genetici. Perciò, i ricercatori sono consapevoli del fatto che la loro ricerca non possa stabilire in via definitiva un legame tra calcio e demenza.

Sono, quindi, necessarie ulteriori ricerche per stabilire come lo sport possa aumentare il rischio di demenza e danni al cervello in caso di colpi ripetuti alla testa, frequenti soprattutto nei calciatori e nei pugili.

La dottoressa Charlotte Cowie, della Football Association, ha dichiarato che sono disposti a seguire questa ricerca garantendo, in ogni caso, la pubblicazione dei risultati ottenuti.

Non resta che augurarsi che questa ricerca giunga il prima possibile a risultati sicuri, in modo da poter poi agire di conseguenza.