Nuotare con il tuo bambino

Pubblicato il 6 marzo 2014 | Categoria: Featured, I bambini e lo sport, Lo sport dai 0 ai 3 anni

Da sempre il nuoto è considerato uno degli sport migliori che apporta numerosi benefici al nostro corpo.

Alla luce di questo, far praticare questa attività sportiva ai bambini risulta essere fondamentale poiché il nuoto per i bambini è una fonte preziosa di benessere e di crescita: rafforza la muscolatura, irrobustisce le ossa e serve a prevenire la scoliosi.

Ma oltre ai benefici fisici, l’attività sportiva in acqua aiuta a migliorare le capacità cognitive, la concentrazione e perfino l’autostima dei bambini. Ecco perché è consigliabile iscrivere i propri figli, già in tenera età, a corsi di nuoto.

Spesso i genitori sono attanagliati da una serie di dubbi inerenti in particolar modo sulla sicurezza del nuovo, soprattutto se praticato in età molto precoce. La voglia ad iscrivere i piccoli a corsi acquatici è tanta e le paure altrettante; molti si domandano se sia il caso di iniziare l’attività natatoria con un bimbo così piccolo, se i benefici sono così allettanti da far venire meno i rischi che si temono, etc.

Quali sono i benefici del nuoto nell’infanzia?

È ormai noto ai più che nuotare faccia bene alla salute, alla longevità  ed al benessere in generale. I benefici del nuoto si fanno sentire prevalentemente sullo sviluppo dell’impalcatura ossea, che sarà armoniosa e completa; la gabbia toracica tende a ingrandirsi; si correggono le deviazioni della colonna vertebrale, in particolar modo nella scoliosi, e contemporaneamente non si sovraccaricano le articolazioni perché viene praticato in un ambiente in cui è virtualmente assente la forza di gravità.

Praticare nuoto migliora anche la coordinazione motoria e respiratoria e riduce le spasticità. Anche l’aspetto psico-sociale ne trae beneficio in quanto si ha un incremento delle capacità  di apprendimento, di comprensione e di concentrazione che migliorano l’aspetto motivazionale. Questo è fondamentale per un bambino ed è un aspetto del nuoto che spesso viene tralasciato.

Infatti, si parla sempre tanto di effetti-benefici a livello delle strutture organiche (cardio-circolatorio-respiratorio) e poco dello sviluppo generico del bambino, dell’ambito psicomotorio, della parte relazionale e sociale e infine dell’affettività del bambino; ed è proprio in questi ambiti che l’attività trova il terreno più fertile. La psicologia genetica ci insegna che la nascita dell’intelligenza è strettamente legata alle attività dei sensi (tatto, udito e vista, soprattutto); mettere il bambino a contatto con il mezzo acquatico, così ricco di sensazioni, movimenti, suoni, farà si che tutte le sue strutture senso-motorie siano stimolate in modo intenso.

Tra i benefici del nuoto per i bambini spicca anche il fatto che esso aiuta a combattere nervosismo e insonnia e che aiuta a favorire la sicurezza e l’indipendenza. Il nuoto, infatti, aiuta anche a superare i propri limiti e ad acquisire maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo. Altro importante fattore positivo del nuoto è quello di fungere da beneficio quando si soffre di asma.

A tal proposito il Dr. Francesco Cellini risponde ad una paziente che chiede quale sia lo sport consigliato in caso di asma: “Tutti quelli che non prevedono la corsa veloce. Si indica come preferito il nuoto”.

I benefici del nuoto per i bambini possono essere sfruttati già a partire dai tre anni di età, quando il bambino inizia corsi comunque ludici e sotto la sorveglianza dell’istruttore. Solo dopo i sei anni, invece, i bambini possono iniziare a frequentare un vero e proprio corso di nuoto e apprendere i vari stili della disciplina. Quando i bimbi sono piccolissimi, a partire dai sei mesi di vita, possono essere iniziati i cosiddetti corsi di acquaticità, da fare insieme a mamma e papà. Questo tipo di corsi, tra l’altro, contribuiscono a consolidare il rapporto genitori, neonato, oltre a contribuire allo sviluppo del piccolino.

Come fare per stimolare il bambino a praticare il nuoto?

Non sempre è facile convincere i bambini a iniziare questo tipo di attività sportiva, dunque potrebbe risultare utile qualche consiglio in merito. Innanzi tutto non vanno usate tecniche impulsive, non è necessario “buttarli a mare” per farli nuotare, ma bastano passaggi graduali. Una passeggiata sul bagnasciuga, un primo approccio con l’acqua fino alla vita, magari giocando a palla, e poi le prime bracciate. Tutto sarà naturale.

Altro consiglio è quello di seguire passo passo il piccolo insegnandogli a nuotare. Magari all’inizio l’ideale sarebbe imparare uno “stile a cagnolino”, muovendo braccia e gambe insieme. Inizia da qui la dimestichezza con l’acqua. Anche la respirazione è molto. Insegnate al bambino a immergersi fino sopra la bocca, fatelo soffiare, come per spegnere le candeline, e poi lo fate immergere fino al naso. Solo quando si sentirà pronto e sicuro potete passare a un’immersione con tutta la testa. Un paio di occhialini da nuoto possono aiutare. Braccioli e salvagente sono indispensabili per i bambini alla prima esperienza con il nuoto, solo quanto avrà imparato a muoversi, potete procedere a togliere prima l’uno e poi l’altro bracciolo. Ma agli inizi fatelo nuotare sempre con una tavoletta. Insegnate l’alleanza con l’acqua e con il mare poiché lo scopo principale dell’attività è che il bambino impari a nuotare, che sia autonomo nell’acqua e che sia capace di sopperire a qualsiasi situazione d’emergenza che sia consone alle sue capacità fisiche.

Per poter stimolare il bambino a imparare a nuotare si può ricorrere all’utilizzo di piccoli giocattoli che gli daranno la possibilità di toccare, manipolare, lanciare, succhiare elementi di diverse forme, colori, materiali, superficie. Tutto questo intenso lavoro non sarebbe così fruttifero senza la presenza della mamma, protagonista di primo piano, partner ideale del bambino di prima infanzia e motore di spinta verso traguardi sempre più importanti.

La presenza della mamma dà un senso a tutte le attività che intraprende il piccolo, fornisce compagnia e rinforzi positivi (complimenti, applausi, ecc.), consolazione e carezze se necessarie, sostegno fisico e morale, è complice, aiutante e compagno di giochi, rileva i suoi bisogni, e si occupa di esaudirli; un gran gioco di squadra e d’ armonia col bambino. Non bisogna dimenticare che il nuoto è importante anche da un punto di vista sociale. Stare in acqua è un continuo gioco: ci si spruzza, si gioca con la palla, si possono provocare piccole onde con le mani, etc.