Esercizi fai da te per migliorare la mobilità

Pubblicato il 9 giugno 2014 | Categoria: Featured, Il fitness come terapia, Tecniche di riabilitazione

Circa 8 milioni di persone negli Stati Uniti sono affetti da PAD, cioè le malattie delle arterie periferiche, ed una percentuale piuttosto alta la si riscontra anche in Europa ed in Italia.

Questa malattia, causata dalla placca atosclerotica, è caratterizzata da un restringimento, fino al blocco totale, dei vasi sanguigni, che può causare dolori muscolari e crampi alle braccia e alle gambe con conseguenti problemi e limitazioni della mobilità e delle normali attività personali.

Una recente ricerca suggerisce che i programmi di esercizio a domicilio possono migliorare la mobilità per i pazienti con la malattia.
Secondo il team di ricerca, della Northwestern University of Medicine di Chicago, lo studio ha indicato che un adeguato programma di esercizi fisici, che può essere anche di tipo domiciliare, può ridurre i sintomi della malattia arteriosa periferica (PAD) e migliorare la capacità di camminare.

I ricercatori sottolineano che, sulla base deidati rilevati dallo studio, i benefici dell’attività fisica “home-based” non sono transitori ma hanno un effetto duraturo nel tempo portando ad un sensibile miglioramento della qualità della vita di chi è affetto dalla PAD.

Per raggiungere i loro risultati, recentemente pubblicati sul Journal of American Heart Association, il team ha arruolato 81 pazienti con diagnosi di PAD in un programma di esercizi domiciliari durato 6 mesi e predisposto sopratutto per ottenere benefici nella mobilità personale.

Il programma proposto prevedeva semplicemente di sforzarsi di camminare 5 giorni a settimana arrivando gradatamente ad un percorso delladurata di 50 minuti al giorno.

L’esercizio non doveva essere svolto in condizioni di affaticamento, il paziente doveva camminare fermandosi se stanco o se sopravveniva dolore e riprendendo soltanto quando lo stato di benessere lo permetteva nuovamente. Terminato il programma un follow-up di ulteriori 6 mesi ha incoraggiato i pazienti a mantenere l’allenamento quotidiano.

Nel frattempo ad altri 87 pazienti PAD sono stati somministrati incontri settimanali di tipo informativo formativo ma senza programma di esercizi.
Dopo 12 mesi, i ricercatori hanno confrontato gli effetti del programma sui due gruppi di pazienti ed hanno trovato che i pazienti coinvolti nel programma di esercizi a domicilio avevano aumentato la distanza di percorrenza in 6 minuti di quasi il 15% mentre il gruppo di controllo ha visto ridurre la propria capacità di camminare del 4-5 %.

Questi risultati, dicono i ricercatori, suggeriscono che i programmi di esercizio a domicilio sono una strategia efficace per migliorare la mobilità dei pazienti PAD anche più dei programmi di allenamento con un istruttore.

A questo proposito il Dr. McDermott, del team di ricerca, ha affermato che: “il problema con l’esercizio fisico in palestra e con un istruttore è che i pazienti devono sottoporsi a visite ed esami per verificare l’eventuale idoneità.
I nostri risultati dovrebbero incoraggiare i medici a consigliare di camminare, anche se i loro pazienti non non dovessero essere idonei ad un programma in palestra“.

L’unica avvertenza, sottolinea ancora il dr. Mc Dermott, “è avvisare i pazienti di fermarsi frequentemente e riposare per evitare che i muscoli vadano in debito di ossigeno”.

E se si è anziani?

La PAD è una malattia che colpisce molto spesso persone di una certa età e che, proprio per questo, molte volte non viene associata al problema delle arterie periferiche ma accettata come uno dei problemi legati all’età avanzata. In realtà, i dolori che rendono difficile camminare, come i primi sintomi di decadimento cognitivo legati all’età possono essere curati con una moderata ma regolare attività fisica, sopratutto camminando, come consiglia, insieme ad altre attenzioni, la geriatra dr. Barbara Manni:

  • fare dell’attività fisica lieve moderata quotidiana, per es. una passeggiata (attiva la microcircolazione cerebrale) 
  • sospendere il fumo (evita l’ipossia cerebrale) 
  • bere al massimo un bicchiere di vino a pasto (evita la demenza alcolica) 
  • seguire un’alimentazione mediterranea (vedi piramide alimentare) 
  • incentivare la stimolazione cognitiva (lettura, interessi, cruciverba..) aumenta la riserva cognitiva 
  • cercare di ridurre lo stress