L’arrampicata: perché fa bene alla salute

Pubblicato il 16 febbraio 2015 | Categoria: Featured, Fitness e salute, Sport e salute

Se, fino aqualche tempo fa, il rock climbing, la classica arrampicata sulle rocce, era considerato uno sport “estremo”, per drogati di adrenalina ed esibizionisti, negli ultimi tempi qualcosa è cambiato e la crescente diffusione di questo sport, praticabile anche in palestra o dovunque sia possibile installare una parete attrezzata con chiodi e spuntoni, lo testimonia ampiamente.

Nel Regno Unito, ad esempio, si è assistito ad un vero e proprio boom e, secondo il British Mountaineering Council (BMC), ci sono circa 5 milioni di persone che si avvicinano, almeno una volta, alle pareti da arrampicata ogni anno.

Che cosa è il rock climbing?

L’arrampicata su roccia è il sistema originariamente utilizzato dagli scalatori esperti per allenarsi a scalare le sezioni più difficili di una montagna. Negli anni ’80 si è evoluto diventando un popolare passatempo indipendente dalla pratica originaria e si è iniziato a praticare anche al coperto, su pareti artificiali. Nel corso degli anni si sono sviluppate diverse varianti:

  • bouldering: arrampicata a basse altezze, spesso sopra tappeti di sicurezza;
  • arrampicata sportiva: arrampicata su pareti rocciose punteggiate di viti dove si sale da soli e di solito senza corda;
  • tradizionale o arrampicata “trad”: percorsi montani non segnalati dove ci si arrampica con la propria attrezzatura di sicurezza;
  • l’arrampicata su ghiaccio: l’arrampicata su pareti rocciose ricoperte di ghiaccio.

Il grande successo riscosso da questo sport è dovuto a due fattori principali.
Interviene sul fisico, mettendo in moto ogni muscolo del corpo ma anche sulla mente, perché chi prova ad arrampicarsi non solo si sfida, ma è chiamato a prendere decisioni che impongono ragionamento e velocità allo stesso tempo.

Inoltre è uno sport praticabile, con poca spesa, ovunque e a tutte le età. Le diverse variabili, poi, garantiscono sempre nuove sfide e traguardi da raggiungere.

A livello principiante, si rivolge a persone di tutte le età, basti pensare che ci sono corsi per bambini di cinque anni e che non è raro vedere arrampicare persone di 70 o 80 anni. Inoltre, fattore non trascurabile, molti centri di arrampicata hanno istruttori specializzati che hanno esperienza con la riabilitazione e possono lavorare con tutti i tipi di disabilità fisica e mentale.

Nonostante la sua immagine di sport atletico, non è necessario essere body builder per praticarlo. Una buona tecnica è più importante della forza fisica, anche se la prestanza diventa indispensabile se si sale con i livelli di difficoltà. Sono necessari soprattutto un buon gioco di gambe, equilibrio e la consapevolezza che alla soluzione dei problemi si arriva con l’esperienza e l’abilità più che con la forza.

Oltre all’esercizio fisico, il climbing permette lo sviluppo di capacità cognitive che, spesso, non si credeva di possedere.
Ogni percorso, infatti, è come un puzzle e richiede pazienza, capacità di pianificazione e analisi, per essere completato. I principianti, di solito, iniziano subito a salire ma, con l’esperienza, si impara a pianificare e visualizzare il percorso migliore, ed individuare e analizzare le sezioni più difficili prima di iniziare con la prima presa.

Nel corso del tempo, praticare regolarmente l’arrampicata può aiutare a sviluppare concentrazione, determinazione e capacità di problem-solving. L’esperienza porterà, naturalmente, al volere sfidarsi e provare salite più impegnative o all’aperto.
Il climbing è, inoltre, uno sport che favorisce la socializzazione visto che viene praticato, o dovrebbe essere praticato sopratutto in gruppo, condividendo sfide, esperienze ed emozioni.

L’arrampicata come terapia

Le persone che soffrono di disprassia, la difficoltà di coordinare i movimenti ed il linguaggio, patologia tipica dell’età evolutiva, possono trarre grande beneficio dal praticare l’arrampicata su parete artificiale perché l’ambiente è stabile e l’individuo deve solo pensare a come muovere se stesso in relazione all’ambiente, senza i condizionamenti dovuti alle interazioni con altre persone.

Diversi disturbi mentali, a cominciare dalla depressione, possono trarre beneficio praticando questo sport. In particolare perché, come sottolineano diversi terapeuti, c’è una concentrazione totale e personale sull’obiettivo che libera la mente dagli altri pensieri ed aiuta a ritrovare la capacità di pensare in modo libero e non condizionato dai propri traumi.

Quanto è pericoloso il climbing?

Anche questa è una particolarità di questo sport. Chi pratica può decidere se assumersi dei rischi o meno e quale livello di rischio raggiungere. Ad esempio, fare un percorso su una parete indoor bassa e legati ad un compagno, esclude qualsiasi livello di rischio mentre, al contrario, arrampicarsi allo scoperto su una parete rocciosa amani nude e senza equipaggiamento disicurezza li comprende tutti….