Lo stretching è davvero utile?

Pubblicato il 29 luglio 2015 | Categoria: Featured, Fitness, Fitness e salute

E’ opinione comune, non solo dei praticanti ma anche di molti addetti ai lavori, che sia importantissimo fare stretching prima di impegnarsi in un esercizio fisico. Riscaldare e “allungare” i muscoli, si dice, previene gli infortuni, migliora le potenzialità di movimento delle articolazioni, evita i dolori post esercizi, chiamati, tecnicamente, indolenzimento muscolare ad insorgenza ritardata (DOMS).

Oggi uno studio sembrerebbe ridimensionare notevolmente l’utilità dello stretching e, saltando subito alle conclusioni, la ricerca sostiene che fare stretching prima dell’attività fisica non è utile per ridurre il rischio di lesioni, migliorare le prestazioni o prevenire i dolori muscolari.

Allo stesso modo, sempre secondo i risultati, non ci sono prove che lo stretching prima e dopo l’esercizio possa rivelarsi dannoso. In conclusione, se siete abituati a fare distensione, non c’è ragione di smettere, purché siate consapevoli della sua, per lo meno scarsa, utilità.

Lo studio

La ricerca si è concentrata sullo stretching statico, quello più comunemente utilizzato per “allungare” i muscoli e migliorare i movimenti articolari.

Questo tipo di stretching è pensato per aumentare la flessibilità, rendendo i muscoli più elastici ed abituare il sistema nervoso a tollerare un livello di estensione maggiore di quella abituale.

Tuttavia, non è ancora chiaro se i benefici siano dovuti a cambiamenti fisici della massa muscolare, che permettono un maggior controllo dei movimenti dell’articolazione corrispondente o, più semplicemente, a un aumento della capacità di tolleranza dell’allungamento. Anche se diversi ricercatori, come il dr. Polly McGuigan, docente di biomeccanica presso l’Università di Bath, sono convinti che il solo aumento della tolleranza, per effetto dello stretching, non può portare a questo tipo di risultati, che devono essere supportati da un parallelo adeguamento della massa muscolare.

Lo stretching, poi, deve essere adeguato al tipo di attività fisica prescelta. Un podista, ad esempio, non ha le necessità di allungamento e flessibilità muscolare di una ballerina di danza classica.

Non solo, per alcune attività una grande elasticità muscolare può essere addirittura dannosa, soprattutto negli sport dove l’attività fisica è in gran parte costituita da sforzi violenti, improvvisi e scoordinati, come il calcio o il basket, ad esempio.

La ricerca sostiene, inoltre, che l’attività di stretching non è utile nel miglioramento delle prestazioni e anzi, in alcuni casi, può peggiorarle. Lo stretching, infatti, è pur sempre attività fisica, che comporta un lavoro con conseguente dispendio di energia. Il muscolo risulta quindi già affaticato prima ancora di iniziare lo sforzo vero e proprio. Questo può essere molto svantaggioso per quelle attività dove è necessario raggiungere il massimo sforzo in breve tempo, come la corsa, ma può essere vantaggioso in quelle che non richiedono sforzi rapidi ed intensi ma, piuttosto, movimenti ampi ed armoniosi, come la danza.

Anche per quanto riguarda il rischio di infortuni, la ricerca non lo considera vantaggioso.

Secondo gli autori, “l’infortunio non si verifica perché il muscolo non è abbastanza flessibile, ma perché il muscolo non produce abbastanza forza per sostenere se stesso. Un muscolo potrebbe non produrre abbastanza forza, sia perché non è abbastanza forte sia perché non riesce a contrarsi al momento giusto per effettuare un particolare movimento. In definitiva”, come sostiene il dr. Shrier, docente universitario a Montreal in medicina dello sport, “fare o non fare stretching, prima di inziare l’esercizio fisico è una decisione che spetta all’atleta. Se l’obiettivo è quello di ridurre le lesioni, fare stretching non è utile”.

Meglio dedicarsi ad esercizi di riscaldamento muscolare con movimenti aerobici leggeri, aumentando gradualmente l’intensità.

Sempre il dr. Shrier aggiunge: “Se l’obiettivo è quello di aumentare la gamma di movimenti per rendere più semplice ed armoniosi particolari movimenti del copro, ad esempio facilitare le spaccate, allora lo stretching può essere utile”.

Nella maggior parte dei casi, quindi, lo stretching è una questione di preferenze personali.

Non lo è invece, il riscaldamento muscolare, con un po’di stretching dinamico, consigliato sempre prima di qualunque attività fisica, in quanto migliora il flusso sanguigno con maggior apporto di ossigeno ai muscoli. Il riscaldamento è molto utile anche sotto il profilo neuromuscolare, perché attiva gli stimoli nervosi grazie ai quali si riducono i tempi di risposta.