Certificati medici: sono necessari per gli sport non agonistici?

Pubblicato il 1 luglio 2016 | Categoria: Featured, Fitness e salute, Sport e salute

Certificato medico sport

Recentemente, il CONI ha emanato una circolare volta a disciplinare la certificazione sanitaria in caso di attività sportiva non agonistica, collegata al tesseramento presso federazioni o enti di promozione sportiva.

Tale circolare introduce una categoria di tesserati che svolgono attività fisiche senza impegno fisico e che, quindi, non sono tenuti all’obbligo a una certificazione sanitaria, ma è consigliato, comunque, un controllo medico prima di iniziare tali attività.

La certificazione sanitaria è necessaria in caso si partecipi ad attività che la federazione di appartenenza considera agonistiche.

Le discipline non agonistiche che il CONI esonera dalla certificazione sono:

  • sport di tiro;
  • biliardo sportivo;
  • bocce;
  • bowling;
  • bridge;
  • dama;
  • golf;
  • pesca sportiva di superficie;
  • scacchi;
  • curling;
  • stock sport.

In generale, il CONI ha stabilito che sono incluse, tra le attività esonerate, tutte quelle “facenti capo alle Federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate e agli enti di promozione sportiva il cui impegno fisico sia evidentemente minimo”.

Perché è stata emanata una nuova circolare?

In passato, vi era stata un po’ di confusione, soprattutto riguardo la distinzione tra attività sportiva non agonistica e attività ludico-motoria che era, inizialmente, stata compresa tra quelle soggette a certificazione medica, e poi esclusa.

La maggior parte dei centri sportivi, tesserava i propri iscritti alle federazioni o enti di promozione sportiva come svolgenti attività sportiva non agonistica e il tesseramento implicava l’obbligo di certificato medico, come stabilito dalla circolare del 16.06.2015 del Ministero della Salute.

Molti assessorati regionali alla Sanità, però, si sono lamentati riguardo l’eccessiva quantità di certificati e, così, il CONI ha deciso di intervenire con la suddetta circolare.

Controllare la salute è meglio

Al di là del fatto che la legge obblighi o meno alla certificazione sanitaria, è consigliabile, prima di iniziare qualsiasi tipo di attività sportiva, sottoporsi a un controllo medico, soprattutto se si è fuori allenamento.

Lo sport, infatti, può migliorare la salute cardiaca e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, ma, quando si è fuori allenamento, ogni esercizio può rappresentare un pericolo, soprattutto se troppo intenso.

Fondamentale, perciò, lo svolgimento di allenamenti progressivi, che aumentino gradualmente l’intensità. Ciò vale per qualsiasi sport, dagli individuali, come fitness, bodybuilding agli sport di squadra, come calcio, basket, e così via.

Quali controlli fare prima di svolgere attività fisica?

Quando si vuole iniziare un programma di allenamento, anche con un personal trainer, è importante fare attenzione alle proprie condizioni di salute.

In particolare, i controlli maggiori riguardano eventuali patologie di cui si soffre, quali:

  • diabete;
  • disturbi alimentari;
  • artrite, lesioni alle articolazioni o condizioni croniche articolari;
  • epilessia;
  • ernia;
  • asma, bronchite o patologie polmonari;
  • vertigini;
  • malattie cardiache;
  • pressione sanguigna alta;
  • colesterolo alto;
  • osteoporosi;
  • malattie del fegato;
  • malattie renali;
  • fastidi al torace;
  • fastidi alle gambe, gonfiore alle caviglie o ai piedi;
  • affanno;
  • disturbi alle vene delle gambe;
  • eventuale uso di droga;
  • utilizzo di farmaci: alcuni di essi possono far alzare la pressione sanguigna, contribuendo a battiti cardiaci anormali.

In generale, quindi, un programma di allenamento fisico può essere svolto senza problemi, ma è sempre meglio consultare il medico per chiarire qualsiasi dubbio e, se non si svolge attività fisica da molto tempo o se si ha un’età avanzata, si può anche richiedere un check-up.

L’attività fisica è importante, ma la salute lo è ancora di più!