Risciacquare la bocca con acqua e zucchero? Potrebbe aiutarci nell’esercizio fisico

Pubblicato il 27 marzo 2018 | Categoria: Featured, Fitness e salute, Sport e psicologia

Il risciacquo con acqua e zucchero aiuta il corpo nell'esercizio fisico

Eseguire risciacqui con un acqua e zucchero potrebbe aiutare a migliorare le performance degli atleti in modo cruciale. Secondo quanto riportato da alcuni studi, infatti, gli atleti sarebbero in grado di sollevare pesi maggiori, correre più velocemente e a distanze più elevate, oltre a essere in generale più concentrati.

La motivazione è abbastanza semplice: il cervello viene “ingannato”. Questo, infatti, sarà portato a pensare che al corpo sarà data energia sotto forma di zuccheri. Ma vediamo nel dettaglio cosa riportano le ricerche.

Risciacquo con acqua e zucchero: efficace o inutile?

Uno studio pubblicato lo scorso anno dall’European Journal of Sport Science ha rilevato che un semplice risciacquo con acqua e zucchero è in grado di potenziare alcune performance sportive.

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori della Coventry University hanno condotto dei test su dodici uomini sani, teeneger o ventenni. La conclusione sembra chiara. Questo tipo di risciacquo ha dimostrato di migliorare significativamente:

  • L’altezza dei salti
  • Il numero di pesi sollevati e di squat eseguiti
  • La velocità di corsa (per tratte superiori ai 10 metri)
  • La loro attenzione

Lo scorso dicembre, una ricerca sul risciacquo zuccherino (o carb) è stata pubblicata dal Canadian Sport Institute di Vancouver. Studiando un gruppo di atleti, si è concluso che tale pratica aumentava in modo significativo anche il picco di potenza in una serie di esercizi per le gambe. «Eravamo tutti scioccati. Il risciacquo ha avuto un effetto istantaneo. Ha permesso ai soggetti di eseguire l’azione in modo più semplice» – ha commentato il dr. Trent Stellingwerff, direttore del gruppo di ricerca.

Non solo. Anche ingerire carboidrati potrebbe migliorare la performance, nonostante tale pratica venga solitamente evitata perché potrebbe causare indesiderati problemi intestinali.

L’effetto del risciacquo carb non è però esente da contestazioni. Altre ricerche non mostrano infatti alcuna correlazione.
Uno studio pubblicato lo scorso anno da alcuni scienziati greci e sudafricani, ad esempio, ha analizzato il modo in cui quindici donne conducevano due corse da sessanta minuti. Ogni soggetto ha corso una gara dopo il risciacquo con una soluzione di carboidrati e l’altra dopo il risciacquo con un composto placebo. La conclusione? Purtroppo, non è stata rilevata nessuna differenza nei tempi.

Alcuni ricercatori, però, ribattono sostenendo che la performance scelta sia errata. Questo risciacquo, infatti, sembrerebbe funzionare solo nelle attività rapide, come corsa sprint o sollevamento pesi, ma non in attività di resistenza.

Quando a essere ingannato è proprio il cervello

Il meccanismo alla base di questo fenomeno non è comunque completamente chiaro. Partendo dal presupposto che i nervi a livello della bocca sono strettamente collegati a molte aree del cervello, l’ipotesi è che questi inviino messaggi potenti alle aree cerebrali a capo della motivazione, del controllo motorio e della tolleranza al dolore. Questo avviene anche se il corpo non riceve effettivamente zuccheri – e quindi energia.

Il dr. Neil Clarke, scienziato e sportivo presso la Coventry University, spiega: «Quando esegui un risciacquo con zucchero, le aree di ricompensa e di eccitazione del cervello vengono attivate. Il cervello si aspetta un aumento di carboidrati, pertanto si eccita». Lo stesso scienziato afferma che il processo sembra avvenire a livello subconscio. Infatti, quando in uno dei suoi recenti studi ha utilizzato un carboidrato insapore e incolore (la maltodestrina), le performance atletiche sono comunque migliorate. Nel complesso, il risciacquo carb migliora le prestazioni di circa il 2-3%.

Anche se all’apparenza non sembra molto, a livello elitario può determinare la differenza tra medaglia d’oro e ultimo posto. Un maratoneta professionista migliorando il tempo del 3%, potrebbe infatti arrivare al traguardo circa quattro minuti in meno.

Usain Bolt, ad esempio, velocista di 100 metri, ha vinto le olimpiadi nel 2016 con un tempo di 9,81 secondi. L’ottavo posizionato, Travon Mitchell, ha riportato un tempo di 10,06, un quarto di secondo in meno. Magari un risciacquo con acqua e zucchero prima della gara gli avrebbe permesso di vincere!