Gli atleti rispondono meglio agli psicologi di sesso femminile

Pubblicato il 17 giugno 2014 | Categoria: La psicologia sportiva, Sport e psicologia

Una volta gli uomini preferivano le bionde, come ci raccontava l’indimenticabile Marylin Monroe in uno dei suoi più famosi film.

Chissà se ancora oggi è così, ma se un atleta avesse bisogno di sottoporsi a terapia psicoanalitica consigliategli di rivolgersi ad uno piscologo di sesso femminile, non importa se bionda o bruna e se il paziente sia di sesso maschile o femminile.

Gli psicologi dello sport di sesso femminile hanno infatti un tasso di risultati positivi molto più alto dei loro colleghi maschi.

Il segreto? La voce.

Perlomeno questa è la conclusione di uno studio condotto da Rebecca Mitchell, della Leeds Metropolitan University, presentato nell’annuale conferenza della British Psychological Society, tenutasi lo scorso maggio a Birmingham.

Nel suo studio,il dr. Mitchell ha chiesto a 117 partecipanti (59 donne, 58 uomini – la maggior parte di età compresa tra i 18 ei 35 anni) atleti professionisti o praticanti a livello agonistico, di ascoltare voci con timbri e tonalità diverse.

Sono state proposte quattro tipologie di voci:

  • una voce alta di sesso maschile
  • una voce maschile di tonalità bassa
  • una voce femminile a tonalità alta
  • una voce femminile a tonalità bassa

I partecipanti sono stati invitati ad ascoltare tutte le voci senza vedere le persone.

Le voci hanno cercato di convincere gli ascoltatori parlando di sport, di i tratti tipici della personalità di uno sportivo, delle modalità di approccio di una efficace terapia psicoanalitica per gli atleti.

Al termine, a tutti gli atleti è stato somministrato un questionario.

Sono stati esaminati solo i responsi di quei partecipanti, in tutto 93, che avevano risposto a tutte le domande previste ed il risultato è stato che le due voci femminili hanno raggiunto la valutazione più alta in tutti gli aspetti esaminati.

In particolare i partecipanti hanno ritenuto che la voce femminile con tonalità più alta fosse indice di una personalità più spiccata, mentre la voce femminile con tonalità più bassa è stata quella che ha stimolato la fiducia maggiore.

I risultati, inoltre, non hanno mostrato differenze significative tra i partecipanti di sesso maschile e femminile e tutti hanno mostrato indici di gradimento per le voci femminili molto simili.

La responsabile delle ricerca ha dichiarato: “questi risultati sfidano la visione storicamente prevalente che gli psicologi maschi abbiano più successo e dimostrano che l’uguaglianza di genere ha compiuto progressi anche nello sport”.

Può essere che questi risultati siano anche frutto del fatto che i partecipanti non volessero dimostrare pregiudizi contro gli psicologi di sesso femminile, ma se anche questo aspetto fosse prevalente è in ogni caso una buona indicazione dei progressi che sono stati compiuti.

Ma i ricercatori si concentrano comunque sul ruolo cheassume la voce nel rapporto medico-paziente.

E’ ben noto come la prima impressione che uno psicologo dello sport ha su un atleta sia quella più importante, per questo la voce del terapeuta è certamente l’aspetto principale.

Gli psicologi dovranno imparare ad essere più consapevoli del loro modo di esprimersi verbalmente se si vuole instaurare, fin dall’inizio, un buon rapporto con un atleta in terapia.